Hemo Bgm
“Per un writer scrivere il proprio nome (o meglio il proprio nome d’arte) sui muri è parte integrante
di una rigida disciplina di demarcazione di un territorio.
La firma, o meglio la TAG, è il prigenio contatto tra il writer e la città.
E’ il primo spazio incontro/scontro tra l’idea, il progetto e la sua realizzazione.
E’ veloce, chiusa, perfetta, sempre uguale e sempre diversa.
Per Hemo è un pretesto, un oggetto di studio, un
modulo cromatico/compositivo alla base di ogni sua
opera.
La sua ricerca sui muri (outdoor) si è sempre ripercossa
nelle sue opere, sui più svariati supporti,
in un cammino coerente di indagine della base del
writing:la Tag.
Il suo percorso analitico – empirico come quello di
uno scienziato – consta di fasi ben distinte: individuazione
dell’oggetto d’analisi elaborazione formale e
studio progettuale; sviluppo del motivo decorativo;
moltiplicazione seriale.
Da un lato l’evoluzione degli stili nel writing porterà
inevitabilmente ad una loro classificazione, e nel
tempo ad un loro ordinamento sistematico, dall’altro
il legame con la strada e con le prime forme grafiche
all’alba della tecnica, non è mai andata perduto.
Il segno lasciato sui muri riporta la forma verbale,
la scrittura appunto, alla sua radice etimologica
(skar; “scalfire”, “graffiare”), compiendo un salto
all’indietro che rifiuta la stampa a caratteri mobili
e le successive evoluzioni, tornando verso la pratica
amanuense. Attraverso queste indagini intraverbali,
intralinguistiche Hemo ha sviluppato un tratto estremamente
“calligrafico” (si intenda: di affascinanante
purezza formale) che dal muro si sposta e
contamina ogni supporto che accolga l’aerosol della
bomboletta. Si infiltra nei mezzi di comunicazione
come i cartelloni pubblicitari, ri-mediandoli attraverso
il suo nome, ossessivamente ripetuto. Non
è strano poi, che si avvicini al video – sempre commistionandolo
alla pratica del Graffitismo – poiché
la sua ricerca fa esplodere in mille pezzi la scritta,
e successivamente la ricompone in un numero infinito
piccole tag, con un chiaro rimando estetico e
tecnico alla stesura delle tessere di un mosaico e in
rapporto omologico con i pixel che compongono gli
schermi che guardiamo continuamente.
La parola HEMO è divenuta un virus che contagia
qualsiasi cosa tocchi. Hemo, invece, un simbolista
che dopo aver astratto un modulo, lo ripete, mutandolo
e giustapponendolo in greche decorative.”
di Claudio Musso
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HEMO: http://www.flickr.com/photos/hemobgm/
http://hemobgm.blogspot.com/view/magazine
http://issuu.com/hemo_bgm
BGM: http://cargocollective.com/bergamasterz
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